Stava lottando con tenacia e astuzia, cercando di prevedere
le mosse del nemico, quando riuscì a intrappolarlo nella sua morsa della morte,
Ettore Menteveloce. Ma in quel momento irruppe sulla terrazza Andromaca Manolesta
con il compagno di investigazioni di Ettore e suo figlio. “Fermati, uomo impavido,
tu morirai assieme al tuo nemico e non te ne importa niente di me, di come mi
sentirò quando morirai e di tuo figlio. Tutto il mondo piangerà la tua
scomparsa e ti ricorderà come il più grande genio di tutti i tempi, ma a che
prezzo? Lascia andare il tuo nemico, se ne occuperà qualcun altro!”
Ma Ettore, in punto di buttarsi nel vuoto, parlò con voce
lenta e disse: “Come potrei guardare la gente per le strade di Londra senza
provare rimorso se non mi occupassi del mio nemico? Ho già deciso cosa fare
quindi adesso voglio salutarvi per l’ultima volta, addio Andromaca ricordami
per sempre a mio figlio ed al mio compagno di investigazioni”.
Bastò quest’ attimo al nemico per divincolarsi e cingere
Ettore alla vita tenendolo sospeso nel vuoto.
“Non mi getterai nel vuoto!” disse Ettore e con un rapido
movimento delle gambe si issò sul parapetto, cercò il suo malvagio antagonista
e dopo averlo raggiunto lo prese di nuovo spezzandogli il polso con un fulmineo
movimento della mano.
“Ricorda, Andromaca, pensami sempre, mio ‘fratello’ di
investigazioni ti accudirà. Ricorda, NIENTE E’ LASCIATO AL CASO, ogni vita ha
il suo scopo”.
Queste furono le ultime parole di Ettore Menteveloce e si
gettò nel vuoto con il suo nemico nel fiume per porre fine alla sua malvagità
con la propria vita.
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