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Django Unchained - di Angelo Cataldo
Django è uno schiavo nero nell'America che ancora non riconosce la parità di diritti fra uomo nero e uomo bianco, perché, tratti con forzature dalle teorie di Darwin, i bianchi sostengono due teorie; esiste una razza superiore e una inferiore e quella inferiore deve essere schiavizzata. Django però ha dei ricordi vividi che conserva nella mente: quello della donna che ama, e quello dell'uomo che lo ha ridotto in queste condizioni. Per questo non ha esitazioni, quando un dentista, (in realtà cacciatore di tagli e killer a sangue freddo) lo chiama per un'importante uccisione: tre fratelli che controllano una fattoria con decine di schiavi ridotti in miseria. Dopo una collaborazione che dura qualche mese, Django chiede la sua paga: vuole ricongiungerci alla donna che ama. A quel punto, il dentista (Christofer Waltz; premio oscar per Bastardi Senza Gloria, sempre girato da Quentin Tarantino, sullo sfondo della seconda guerra mondiale) riesce a fargli una promessa: costi quel che costi, Django (Jamie Foxx) ritroverà la donna che ama.
A questo punto, entra in gioco Leonardo di Caprio, che nei panni Mr Candy, controlla un ranch pieno di schiavi fra cui la donna di Django. Un nero a cavallo solleva molti sguardi, ma alla fine anche se il dottore muore, Django si impossessa di due pistole...lì nessuno può farci niente e il seguito è storia.
Film bellissimo, ben girato come tutti i film di Tarantino. Molto sangue, che zampilla da tutte le parti del corpo, circa due ore di puro Western. Con questo omaggio a Sergio Leone, il nostro regista e fondatore dello Spaghetti Western, Quentin Tarantino vince un'altra sfida: attraverso il sangue che esce, fa capire che non dovrebbe uscirne altro. Una scena su tutte: dopo aver ucciso uno dei fratelli, il sangue schizza e macchia la purezza dei fiori bianchi sotto di esso. Grande film, per una grande storia.
Recensione di Mymovies
Recensione di Cineblog
Recensione di Comingsoon

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