giovedì 9 febbraio 2012

lo scontro tra Ettore e Achille

Achille, dopo aver saputo della morte di Patroclo, prima pianse, poi cercò di recuperare il corpo del suo amico in mano a due Aiaci. Quasi vi riuscì spaventando i nemici ma la sera calò, Polidamante suggerì la ritirata, un'idea che disturbava Ettore. L'eroe pensava che il temporeggiare era solo una tattica a favore dei più ricchi greci, infatti Troia era stanca per il continuo assedio e non aveva più sostegni economici per sfamare l'esercito. Il suo nuovo discorso incitò ogni guerriero a combattere ancora, e per quanto il consiglio potesse apparire per cervi versi sbagliato, fu trionfalmente acclamato. La battaglia fra i due eroi si stava avvicinando sempre di più e gli dei tutti volevano intervenire: Apollo, fra tutti il più esposto, cercò di coinvolgere Enea, spingendolo a osare il duello con Achille: il Pelide avrebbe facilmente ucciso il suo nemico ma questi fu salvato da Poseidone, che pur essendo divinità protettrice dei greci apprezzava moltissimo la pietas di Enea. La furia di Achille investì molti eroi vicinissimi al principe troiano, fra cui anche il giovinetto Polidoro, che era suo fratellastro: a quel punto Ettore avanzò, incontrando il suo nemico di sempre.Atena scese dall'olimpo con il permesso di suo padre, raggiunse Achille, lo tranquillizzò, poi assunse le sembianze di Deifobo, uno dei fratelli più cari ad Ettore. La dea raggiunse il troiano che si lasciò ingannare dal falso aspetto, decise quindi di andare a scontrarsi con il nemico a viso aperto. Il figlio di Priamo cercò di trovare un accordo sulla sepoltura dello sconfitto, ma il pelide rispose che i leoni non trattavano con gli agnelli. Il primo attacco lo rivolse l'acheo, la sua lancia grazie all'agilità del troiano mancò il bersaglio. Il pastore di genti sferrò il suo attacco e il pelide si difese con lo scudo, nel frattempo, non vista, Atena raccoglieva la lancia di Achille riconsegnandola al guerriero acheo. Ettore chiamò Deifobo che non accorse, comprese l'inganno ma comunque estrasse la spada iniziando l'ultimo scontro fra i due. Il greco con la sua asta osservò con attenzione il corpo del nemico, l'armatura che indossava la conosceva bene perché era la sua. Achille dopo aver trovato il punto scoperto del nemico, situato vicino al collo, lesto colpì con tutta la sua forza, vendicando la morte dell'amico Patroclo.

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