La regina, dall'aria sospetta e guardandosi
furtivamente intorno, mi rispose :< Ma lo sai che io sono una marziana?
Anzi, sono una diciottenne travestita...> e scoppiò a ridere. Non so se mi
riuscite a capire, ma quello fu uno di quei momenti in cui hai una voglia di
ammazzare una persona (la regina), non interessa quanta importanza abbia
costei. Io le dissi :< Io ho provato ad avvertirla, ma se non mi crede
glielo proverò...> Sussurrai il nome del GGG che arrivò in un battibaleno.
Mi aspettai uno dei soliti sguardi che fanno i genitori quando vedono le
pagelle del secondo quadrimestre, ma con mia grande sorpresa scoppiò in una
enorme risata. <Davvero eccezionale! Dove sono le telecamere? Io non casco
in questi stupidi scherzetti!!!!! Ahahahahahah! So che sotto questo gigante c'è
un trampoliere, chi credete di ingannare?>urlò la regina ridendo a
squarciagola. Io non riuscivo a capire... ma prima che potessi parlare la
regina mi informò:< Dalla tua faccetta sorpresa so che stai pensando"ma
com'è possibile che abbia sognato tutte le cose che detto e che adesso non mi
creda"? Il mio era uno scherzo: tu parlavi e io facevo finta di seguirti
come se sapessi ciò che stavi dicendo, ma fingevo! Sono proprio furba,
vero?>
Il GGG era sconvolto. Com'era possibile che la
regina non avesse sognato il nostro "in cubo"?
Ecco la risposta a tutto.
<Beccataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!>
sentii una voce spuntare da dentro l'armadio e ne uscì fuori un ometto basso
con i capelli color rosso scuro e tante lentiggini sul viso. Penso che avesse
avuto all'incirca 30 anni. Aveva un microfono in mano e dietro seguiva un uomo
alto, moro, con i capelli ricci e una telecamera in mano. Per quanto mi
ricordi, non ci stavo capendo un tubo e la mia faccia pareva spiaccicata al
vetro. L'uomo con il microfono continuò a parlare e capii tutto: ero in
"Beccato!": il mio programma TV
preferito fino a pochi secondi prima. <Lui,>mi informò il giovane
indicando il GGG, < è un complice: sapeva tutto! Guarda!> con un rapido
gesto il GGG si tolse i vestiti e... non riuscii a credere ai miei occhi: c'era
davvero un trampoliere e per di più aveva una maschera! Immaginai che tutti
quelli presenti in quel momento fossero "colpevoli", ma una cosa
ancora non riuscivo a capire. Confusa domandai: < Ma i giganti? E la
caverna? E il paese dei giganti? E tutto il resto? >L'altro rispose:<
Tutti effetti speciali...>.
Avrei voluto sprofondare nel nulla come una povera
disgraziata. Il giovane dai capelli rossi si presentò, finalmente:< Io sono
Giustino Slenni, lui, il regista, è Giulio Marzio, il GGG invece è Virgilio
Arliponi.> poi si interruppe e guardando la telecamera disse:<
Arrivederci dal vostro Giustino!> e Giulio spense la telecamera.
Giustino mi spiegò che ero stata estratta per lo
scherzo dell'anno e tutti erano d'accordo, anche nell'orfanotrofio! Così feci finta che non mi interessava più di
tanto e gli diedi la mano, inserendogli nella tasca della camicia un microcip
localizzatore per vedere se anche in futuro mi programmasse degli scherzi
idioti.
Tornai nel mio orfanotrofio sperando che nessuno mi
vedesse per la vergogna. Non potete immaginare che brutta sensazione fosse: ero
sola, isolata dal resto del mondo ed avevo subìto lo scherzo dell'anno. Non
avevo più il papà che avevo trovato nel GGG. Che tristezza... Ma, nonostante
tutto, non riuscii a fare a meno di sorridere maliziosamente mentre pensavo a
qualche piano strampalato per vendicarmi, ma senza alcun risultato. Eppure quel
posto sembrava così realistico...
Il
giorno dopo, avendo pensato tutta la notte, presi una decisione: sarei tornata
nel paese dei giganti, perché bene o male avevo imparato la strada e avrei constatato
la reale o falsa esistenza di esso.
Partii due giorni dopo: facevo tutto in segreto e
con estrema cautela perché non mi avrebbero lasciato partire da sola per chissà
dove.
Feci per tutto il viaggio l'autostop e quando gli
automobilisti mi chiedevano:< E tu perché sei qui da sola? Dove vuoi
andare?>, io rispondevo che dovevo andare a trovare mia zia malata che
abitava molto lontano e che non si poteva muovere e, se lo chiedevano, ne
specificavo la malattia.
Arrivata quasi alla fine c'era un problema: il
mare. Come potevo camminare sulle acque? E già che c'ero, come ha fatto
Virgilio a camminare sulle acque? All'ultima non seppi rispondere; però, con
mia grande fortuna, trovai, frugando dappertutto, cinque assi di legno e una
corda.
Strofinando un'asse di legno alla corda riuscii a
tagliarla in due e riuscii a legare insieme tre assi e le rimanenti le usai
come remi. Quella fu la mia zattera che, con grande sorpresa riuscì a reggere il mio peso.
Non ero affatto sicura di andare dalla parte
giusta. Quel giorno c'era una fitta nebbia che impediva chiunque di vedere.
Controllai il mio localizzatore: Giustino era
molto lontano.
Arrivata all'altra sponda ovviamente non ero nel
paese dei giganti, ma non mi rassegnai e volli vedere cosa ci fosse. Non avrei
assolutamente voluto sprecare tutto il mio viaggio!
Così mi incamminai . Le strade erano piccoline,
strette e non passavano macchine. Dopo poco la nebbia non c'era più e potei
constatare che sembrava veramente di essere in Cina! Tetti a punta, ma non
troppo spioventi, ciliegi nel giardino di tutte le case ecc... C'erano perfino
delle mura che ricordavano la Grande Muraglia Cinese. Inoltre dappertutto
c'erano addobbi di draghi rossi e gialli. Vicino a me c'era un mucchietto di
paglia abbastanza grande. Era ormai tardi e decisi di dormirvi sopra.
Il giorno seguente, svegliatami, feci il giro
della città e notai che non c'erano negozi. Stranissimo!
A questo punto suonai ad un campanello per
chiederne il motivo. Mi aprì una donna minuta, con due piccoli occhietti,
bassina e molto magra. Mi accolse e mi fece fare una colazione con thè alle
erbe e biscotti all'arancia. Che pensiero gentile!
Parlavamo la stessa lingua. Lei la mia e io la
sua. Lei mi chiese per qual motivo fossi capitata lì e le risposi,
ovviamente, che mia zia era malata
ecc...
La donnina mi chiese dove abitasse mia zia e le
risposi che non me lo ricordavo, in quel momento. Scusa sempre valida.
Vedendomi in camicina da notte, mi volle far
indossare qualche suo abito. Ne presi uno celestino e crema stretto alla vita e
con le maniche a bomboniera. Era proprio della mia taglia. Mi sembrò il momento
migliore per chiederle per quale ragione i negozi non ci fossero e lei mi
spiegò che quella era solo periferia, i negozi stavano in città.
La sera mi fece dormire sul divano con la coperta.
Il mattino seguente andammo in città. Lì c'era molto più movimento. Entrammo in
vari negozietti.
Entrammo anche in un negozietto che vendeva
flauti.
Fummo seguiti da tutti gli altri che entrarono
anche loro. Il negoziante cominciò a cantare. Anche gli altri lo seguirono.
Quasi tutti alla fine stavano cantando. La donnina? Svanita nel nulla. Tutti si
strinsero attorno a me mentre continuavano a cantare. Io in preda al panico urlai e trovai il modo
di fuggire.
Corsi disperata fino alla zattera. Presi i remi e
cominciai a remare. Mi voltai un secondo. Orrore! La gente si stava
trasformando in orribili draghi rossi e gialli! E mi inseguivano tutti! Lanciai
un urlo terrificante e ... mi svegliai. Che orribile sogno! Ero talmente felice
di trovarmi nel mio orfanotrofio che mi vestii in tutta fretta e aspettai che
mi chiamassero per la colazione. Arrivò Julia: la ragazza che sta nel mio
gruppo e mi chiamò un po' scorbutica. Le chiesi se qualcosa non andava; lei mi
rispose che aveva solo un po' di fame e che solo io la potevo aiutare. Io non
capivo. Julia si leccò i baffi e ... si trasformò in un orribile drago rosso e
giallo!!!!!!! Io urlai e lei disse: < La colazione è servita!>
storia di Elisa
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