venerdì 20 aprile 2012

e la regina non credette a Sofia (sempre a proposito di giganti)


La regina, dall'aria sospetta e guardandosi furtivamente intorno, mi rispose :< Ma lo sai che io sono una marziana? Anzi, sono una diciottenne travestita...> e scoppiò a ridere. Non so se mi riuscite a capire, ma quello fu uno di quei momenti in cui hai una voglia di ammazzare una persona (la regina), non interessa quanta importanza abbia costei. Io le dissi :< Io ho provato ad avvertirla, ma se non mi crede glielo proverò...> Sussurrai il nome del GGG che arrivò in un battibaleno. Mi aspettai uno dei soliti sguardi che fanno i genitori quando vedono le pagelle del secondo quadrimestre, ma con mia grande sorpresa scoppiò in una enorme risata. <Davvero eccezionale! Dove sono le telecamere? Io non casco in questi stupidi scherzetti!!!!! Ahahahahahah! So che sotto questo gigante c'è un trampoliere, chi credete di ingannare?>urlò la regina ridendo a squarciagola. Io non riuscivo a capire... ma prima che potessi parlare la regina mi informò:< Dalla tua faccetta sorpresa so che stai pensando"ma com'è possibile che abbia sognato tutte le cose che detto e che adesso non mi creda"? Il mio era uno scherzo: tu parlavi e io facevo finta di seguirti come se sapessi ciò che stavi dicendo, ma fingevo! Sono proprio furba, vero?>
Il GGG era sconvolto. Com'era possibile che la regina non avesse sognato il nostro "in cubo"?
Ecco la risposta a tutto.
<Beccataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!> sentii una voce spuntare da dentro l'armadio e ne uscì fuori un ometto basso con i capelli color rosso scuro e tante lentiggini sul viso. Penso che avesse avuto all'incirca 30 anni. Aveva un microfono in mano e dietro seguiva un uomo alto, moro, con i capelli ricci e una telecamera in mano. Per quanto mi ricordi, non ci stavo capendo un tubo e la mia faccia pareva spiaccicata al vetro. L'uomo con il microfono continuò a parlare e capii tutto: ero in "Beccato!": il mio programma TV  preferito fino a pochi secondi prima. <Lui,>mi informò il giovane indicando il GGG, < è un complice: sapeva tutto! Guarda!> con un rapido gesto il GGG si tolse i vestiti e... non riuscii a credere ai miei occhi: c'era davvero un trampoliere e per di più aveva una maschera! Immaginai che tutti quelli presenti in quel momento fossero "colpevoli", ma una cosa ancora non riuscivo a capire. Confusa domandai: < Ma i giganti? E la caverna? E il paese dei giganti? E tutto il resto? >L'altro rispose:< Tutti effetti speciali...>.
Avrei voluto sprofondare nel nulla come una povera disgraziata. Il giovane dai capelli rossi si presentò, finalmente:< Io sono Giustino Slenni, lui, il regista, è Giulio Marzio, il GGG invece è Virgilio Arliponi.> poi si interruppe e guardando la telecamera disse:< Arrivederci dal vostro Giustino!> e Giulio spense la telecamera.
Giustino mi spiegò che ero stata estratta per lo scherzo dell'anno e tutti erano d'accordo, anche nell'orfanotrofio!  Così feci finta che non mi interessava più di tanto e gli diedi la mano, inserendogli nella tasca della camicia un microcip localizzatore per vedere se anche in futuro mi programmasse degli scherzi idioti.
Tornai nel mio orfanotrofio sperando che nessuno mi vedesse per la vergogna. Non potete immaginare che brutta sensazione fosse: ero sola, isolata dal resto del mondo ed avevo subìto lo scherzo dell'anno. Non avevo più il papà che avevo trovato nel GGG. Che tristezza... Ma, nonostante tutto, non riuscii a fare a meno di sorridere maliziosamente mentre pensavo a qualche piano strampalato per vendicarmi, ma senza alcun risultato. Eppure quel posto sembrava così realistico...

Il giorno dopo, avendo pensato tutta la notte, presi una decisione: sarei tornata nel paese dei giganti, perché bene o male avevo imparato la strada e avrei constatato la reale o falsa esistenza di esso.

Partii due giorni dopo: facevo tutto in segreto e con estrema cautela perché non mi avrebbero lasciato partire da sola per chissà dove.
Feci per tutto il viaggio l'autostop e quando gli automobilisti mi chiedevano:< E tu perché sei qui da sola? Dove vuoi andare?>, io rispondevo che dovevo andare a trovare mia zia malata che abitava molto lontano e che non si poteva muovere e, se lo chiedevano, ne specificavo la malattia.
Arrivata quasi alla fine c'era un problema: il mare. Come potevo camminare sulle acque? E già che c'ero, come ha fatto Virgilio a camminare sulle acque? All'ultima non seppi rispondere; però, con mia grande fortuna, trovai, frugando dappertutto, cinque assi di legno e una corda.
Strofinando un'asse di legno alla corda riuscii a tagliarla in due e riuscii a legare insieme tre assi e le rimanenti le usai come remi. Quella fu la mia zattera che, con grande sorpresa  riuscì a reggere il mio peso.
Non ero affatto sicura di andare dalla parte giusta. Quel giorno c'era una fitta nebbia che impediva chiunque di vedere.
Controllai il mio localizzatore: Giustino era molto lontano.
Arrivata all'altra sponda ovviamente non ero nel paese dei giganti, ma non mi rassegnai e volli vedere cosa ci fosse. Non avrei assolutamente voluto sprecare tutto il mio viaggio!
Così mi incamminai . Le strade erano piccoline, strette e non passavano macchine. Dopo poco la nebbia non c'era più e potei constatare che sembrava veramente di essere in Cina! Tetti a punta, ma non troppo spioventi, ciliegi nel giardino di tutte le case ecc... C'erano perfino delle mura che ricordavano la Grande Muraglia Cinese. Inoltre dappertutto c'erano addobbi di draghi rossi e gialli. Vicino a me c'era un mucchietto di paglia abbastanza grande. Era ormai tardi e decisi di dormirvi sopra.


Il giorno seguente, svegliatami, feci il giro della città e notai che non c'erano negozi. Stranissimo!
A questo punto suonai ad un campanello per chiederne il motivo. Mi aprì una donna minuta, con due piccoli occhietti, bassina e molto magra. Mi accolse e mi fece fare una colazione con thè alle erbe e biscotti all'arancia. Che pensiero gentile!
Parlavamo la stessa lingua. Lei la mia e io la sua. Lei mi chiese per qual motivo fossi capitata lì e le risposi, ovviamente,  che mia zia era malata ecc...
La donnina mi chiese dove abitasse mia zia e le risposi che non me lo ricordavo, in quel momento. Scusa sempre valida.
Vedendomi in camicina da notte, mi volle far indossare qualche suo abito. Ne presi uno celestino e crema stretto alla vita e con le maniche a bomboniera. Era proprio della mia taglia. Mi sembrò il momento migliore per chiederle per quale ragione i negozi non ci fossero e lei mi spiegò che quella era solo periferia, i negozi stavano in città.
La sera mi fece dormire sul divano con la coperta.

Il mattino seguente andammo in città.  Lì c'era molto più movimento. Entrammo in vari negozietti.
Entrammo anche in un negozietto che vendeva flauti.
Fummo seguiti da tutti gli altri che entrarono anche loro. Il negoziante cominciò a cantare. Anche gli altri lo seguirono. Quasi tutti alla fine stavano cantando. La donnina? Svanita nel nulla. Tutti si strinsero attorno a me mentre continuavano a cantare.  Io in preda al panico urlai e trovai il modo di fuggire.
Corsi disperata fino alla zattera. Presi i remi e cominciai a remare. Mi voltai un secondo. Orrore! La gente si stava trasformando in orribili draghi rossi e gialli! E mi inseguivano tutti! Lanciai un urlo terrificante e ... mi svegliai. Che orribile sogno! Ero talmente felice di trovarmi nel mio orfanotrofio che mi vestii in tutta fretta e aspettai che mi chiamassero per la colazione. Arrivò Julia: la ragazza che sta nel mio gruppo e mi chiamò un po' scorbutica. Le chiesi se qualcosa non andava; lei mi rispose che aveva solo un po' di fame e che solo io la potevo aiutare. Io non capivo. Julia si leccò i baffi e ... si trasformò in un orribile drago rosso e giallo!!!!!!! Io urlai e lei disse: < La colazione è servita!>

storia di Elisa

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