mercoledì 15 febbraio 2012

storia di neve

La trama e le recensioni di Storia di Neve, romanzo di Mauro Corona edito da Mondadori. Neve Corona Menin, l'unica bambina nata nel gelido inverno del 1919, è una creatura speciale. Tutti lo capiscono quando, con il semplice tocco della sua mano, alcuni compaesani in punto di morte guariscono miracolosamente. In effetti Neve altro non è che la parte buona della strega Melissa - guardiana di un raccapricciante inferno di ghiaccio -, tornata sulla Terra per riparare i torti commessi in vita. Il padre di Neve non tarda a vedere in questo dono misterioso l'occasione per arricchirsi e organizza, insieme ad altri cinici compari, una serie di finti miracoli, che attirano schiere di malati pronti a pagare pur di ottenere la grazia dalla piccola santa e innescano una spirale inarrestabile di ricatti, violenza e delitti. A far da sfondo a questa vicenda, punteggiata di eventi sovrannaturali eppure saldamente ancorata alla quotidianità, Mauro Corona dipinge, con la sua scrittura potente e ricca di inflessioni del parlato, quadri della vita di paese seguendo l'immutabile succedersi delle stagioni, scandite da collettivi eventi annuali. Come il falò di San Simone e quello di San Floriano, quando l'intero paese si raccoglie attorno a un immenso fuoco, mentre le donne celebrano rituali per propiziare la fecondità e i giovani si misurano in prove di coraggio. Ma quando cala l'inverno, le strade si svuotano e la vita torna al chiuso, gli abitanti siedono muti ai tavoli delle osterie. Ognuno sembra custodire un terribile segreto, e forse è davvero così: ecco allora che, sepolti nelle carbonaie, uomini vengono arsi vivi, mentre nel vecchio mulino abbandonato eserciti di topi divorano ingenue vittime. Una speranza potrebbe essere riposta nella piccola Neve, a cui il destino tuttavia ha riservato un futuro breve e doloroso. Calibrando con sapienza il realismo più robusto e la più accesa fantasia, Mauro Corona dà forma all'epopea di Erto in un romanzo di forte ed esplosiva vitalità, a volte terribile come solo certe favole nere dei fratelli Grimm sanno essere, a volte idilliaco come le pagine sulla natura dei grandi Romantici. A lettura ultimata ci sentiamo trascinati, sconquassati da una macchina narrativa sconvolgente, da un'irruenza epica che non ha precedenti nella tradizione italiana.

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